C’è il via libera della Commissione Ue alla proroga al 31 dicembre 2024 della Decontribuzione Sud, la misura in scadenza il 30 giugno scorso, con cui si incentivano, attraverso un esonero contributivo, i rapporti di lavoro dipendenti per le aziende con sede in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
Il Ministro Raffaele Fitto ( nella foto) ha confermato il semaforo verde allo sgravio contributivo del 30%, a favore delle imprese del Mezzogiorno che assumono.
Riconfermata via via negli anni, la Decontribuzione Sud 2024 è un incentivo introdotto per sostenere l’occupazione e la crescita economica nelle regioni del Mezzogiorno. Si traduce in una riduzione degli oneri contributivi a carico dei datori di lavoro, con l’obiettivo di favorire l’assunzione di nuovi dipendenti e di sostenere le imprese già esistenti nel Sud Italia.
E’ in vigore dal 2021 e (dati Inps) nel 2022 ha agevolato 3,1 milioni di contratti, di cui i due terzi a tempo indeterminato.
La misura mira a ridurre il costo del lavoro per le imprese operanti in queste aree, incentivando così l’occupazione e contribuendo allo sviluppo economico regionale.
Il meccanismo della Decontribuzione Sud prevede che i datori di lavoro beneficiari possano usufruire di una riduzione dei contributi previdenziali da versare per i propri dipendenti. La riduzione può arrivare fino al 30% del totale degli oneri contributivi dovuti. La misura è stata progettata per essere applicabile sia alle nuove assunzioni che ai contratti già in essere, a condizione che i dipendenti siano effettivamente impiegati nelle regioni interessate.
La percentuale varia a seconda degli anni di validità e delle contribuzioni: in misura pari al 30% fino al 31 dicembre 2025; in misura pari al 20% per gli anni 2026 e 2027; in misura pari al 10% per gli anni 2028 e 2029.
Possono accedere alla Decontribuzione Sud 2024 tutti i datori di lavoro privati che operano nelle regioni del Mezzogiorno. Sono inclusi sia le piccole e medie imprese (PMI) che le grandi aziende. Per beneficiare della misura, le imprese devono rispettare specifici requisiti, come non avere in corso procedure di licenziamento collettivo o individuale per giustificato motivo oggettivo nelle sedi situate nelle regioni interessate.
“La proroga al 31 dicembre prossimo è una buona notizia- dice il segretario regionale della Sicilia e vice presidente nazionale di Conflavoro, Giuseppe Pullara- necessaria per le nostre aziende del Mezzogiorno. Una iniziativa che, si spera, possa dare un grande contributo all’economia della Sicilia con ricadute positive sui livelli occupazionali”.