La Sicilia, rispetto al resto d’Italia, brucia di più, più spesso e in tutte le stagioni. E’ quanto emerge dal rapporto incendi di European State of the Climate nelle aree osservate dai satelliti della rete Copernicus.
Le immagini delle aree bruciate rivelano che il problema degli incendi è causato dall’uomo, e come tale si può combattere.
“Nel 2023 il 70% di tutte le superfici bruciate in Italia sono in Sicilia, il 48% di queste si trova in aree protette. Tante imprese e tantissime persone stanno subendo danni e disagi”. Interviene così il segretario regionale della Sicilia e vice presidente nazionale di Conflavoro, Giuseppe Pullara che rivolge un appello a chi di competenza: “Potenziare il monitoraggio e controllo del territorio al fine di prevenire azioni criminali”.
Pullara continua: “Occorre individuare le aree a rischio, ridurre gli inneschi attraverso la sorveglianza, l’attività di repressione, l’attività di sensibilizzazione e informazione”.
Il numero di incendi in Sicilia rappresenta un caso eccezionale nel contesto italiano. Analizzando i dati dal 2009 al 2023 (l’ultimo anno per cui sono disponibili i dati per l’intera stagione estiva), emerge chiaramente che la Regione è una delle più colpite dagli incendi. Gli ultimi anni: nel 2019, la Sicilia ha registrato 212 incendi, un numero che è più che raddoppiato nel 2020, con 499 incendi, e ha continuato a crescere fino a 523 nel 2021 e poi 562 nel 2022. Nel 2023, il numero di incendi ha raggiunto un allarmante totale di 653.
Solo nella giornata di ieri sono stati 12 gli incendi: i roghi hanno visto impegnati i vigili del fuoco, i forestali e i volontari della protezione civile con l’ausilio dei mezzi aerei.