“Bisogna avere una visione economica lungimirante e che metta al centro chi crea reddito. Le imprese sono caricate da un elevato cuneo fiscale e contributivo. In Sicilia un’azienda spende in media 27,9 euro ogni ora ma della retribuzione lorda fanno parte solo 20,2 euro”.
Il segretario regionale della Sicilia e vice presidente nazionale di Conflavoro, Giuseppe Pullara, dice la sua dopo il confronto a Palazzo Chigi sulla legge di Bilancio al quale ha preso parte il presidente nazionale, Roberto Capobianco.
Si tratta di una manovra che pesa all’incirca 30 miliardi di euro, di cui 12,6 miliardi arrivano da nuove entrate fiscali, mentre 15 miliardi provengono dai tagli alla spesa (tra cui quella ministeriale) e deficit.
Tra le richieste di Conflavoro vi sono un taglio del costo del lavoro per le imprese del 3-4%, che permetterebbe un risparmio di 18 miliardi di euro annui, e un piano energetico basato sul nucleare di nuova generazione, considerando che l’Italia paga più del doppio per MWh rispetto alla Francia (102,6 euro contro 42,9 euro). Inoltre, l’associazione propone di facilitare l’accesso al credito riducendo il costo degli interessi e aumentando il Fondo di Garanzia Nazionale.
Conflavoro richiede anche la detassazione e decontribuzione dei rinnovi contrattuali per migliorare qualità e stabilità del lavoro.
“L’impostazione della manovra si focalizza prevalentemente su misure che hanno, certamente, un impatto relativamente positivo sul reddito e sul potere d’acquisto dei lavoratori a reddito medio basso, prendendo ad esempio, tra le altre, la rimodulazione degli scaglioni Irpef e la detassazione del costo del lavoro dal lato del lavoratore. È, però, d’obbligo sottolineare come queste scelte, seppur potenzialmente valide in un’ottica di medio-lungo termine, non rappresentino un sostegno diretto alle imprese per fronteggiare i costi crescenti, ridurre concretamente la pressione fiscale e consentire di investire in maniera lineare in tutto quello che può incrementare la crescita aziendale e il benessere dei dipendenti, come politiche per la formazione, per la sicurezza, innovazione, digitalizzazione e sostenibilità”.
Il segretario regionale e vice presidente nazionale di Conflavoro auspica un impulso forte e mirato per rendere il tessuto imprenditoriale più competitivo e reattivo di fronte alle sfide del mercato globale, con uno sguardo più attento alla Sicilia in cui è presente un robusto e variegato tessuto imprenditoriale.