“Ci sono molti aspetti negativi, comuni alle province del Mezzogiorno, ma, allo stesso tempo, c’è anche qualche dato positivo che deve incoraggiare ad andare avanti con più forza e consapevolezza”.
Lo dice il segretario regionale della Sicilia e vice presidente di Conflavoro, Giuseppe Pullara, analizzando l’indagine sulla Qualita’ della vita 2024 di Italia Oggi-Ital Communications, in collaborazione con l’Università Sapienza di Roma, che restituisce la fotografia di un Paese diviso in due. Ai vertici si posizionano città come Milano, Bolzano e Monza e della Brianza, mentre, agli ultimi gradini del podio Caltanissetta insieme a Reggio Calabria e Agrigento.
Nove le dimensioni d’analisi: affari e lavoro, ambiente, reati e sicurezza, sicurezza sociale, istruzione e formazione, popolazione, sistema salute, turismo e reddito e ricchezza. Caltanissetta, solo per fare un esempio, pur essendo ultima nella classifica generale, occupa la 13° posizione nella dimensione del “Sistema salute”, Palermo la 16°, Messina si piazza alla 22°. Sul fronte della sicurezza la provincia di Enna è al primo posto, Agrigento è a metà classifica, al 56° posto, Palermo al 60°, il capoluogo siciliano occupa il 57° posto nel turismo. La Città dei Templi, futura Capitale della Cultura, è solo 93esima per turismo e cultura.
Il dirigente di Conflavoro sottolinea l’importanza del sostegno alle imprese “per garantire non solo una sempre maggiore qualità della vita ma anche ricoprire un ruolo chiave di traino dell’economia e offrire possibilità di occupazione di qualità ai nostri giovani. La Sicilia è ricca di opportunità e di giovani che credono in questa terra- ha proseguito Pullara–. Pochi giorni addietro la notizia dell’incremento del Pil dell’1%, superiore sia alla media nazionale che a quella del Mezzogiorno, un segnale fondamentale per l’economica. E’ necessario ripensare a modelli e strutture, in particolare sotto il profilo industriale e occupazionale, che vadano verso una maggiore competitività e, quindi, possibilità di crescita. C’è la necessità di riforme indispensabili a creare un ecosistema solido e strutturato favorevole alle imprese, puntando sul rafforzamento del tessuto produttivo e sulla valorizzazione delle eccellenze territoriali”. Il segretario regionale e vice presidente nazionale di Conflavoro, così come il presidente nazionale, Roberto Capobianco, interviene, poi, sulla decisione del Governo di abrogare la Decontribuzione Sud a partire dal 1° gennaio 2025, come previsto dal testo della Legge di Bilancio depositato alla Camera. “La Decontribuzione Sud si è rivelata uno strumento importante- conclude Giuseppe Pullara– per la ripresa economica del Mezzogiorno, garantendo una crescita costante del tasso di occupazione e di investimenti. Questa misura, negli ultimi anni, ha permesso a molte aziende di crescere, investire e soprattutto di mantenere livelli di occupazione stabile”.